martedì 25 gennaio 2011

SChiZZi d'EvaSiOne

Riesumando gli appunti dell'università ho scoperto di aver prodotto un'infinità di gioiellini. Gioiellini... vabè, si fa per dire... li definirei piuttosto schizzi realizzati con la biro a margine delle fotocopie e dei fogli con i buchi per gli anelli, giusto per evadere dalla noia mortale di conteggi improbabili, problemi irrisolvibili, lezioni tediose, riunioni senza senso e quant'altro. Alcuni di questi disegnini mi sono sembrati degni di essere conservati e dopo essere sopravvissuti all'oblio, sono tornati a trovarmi.
Pur essendo passati anni, dagli anni in cui li ho disegnati, mi rimembrano ancor i tempi bui durante i quali avevo tanto da studiare e calcolare che questi poveri segni senza senso compiuto rimanevano praticamente le uniche produzioni che riuscivo a realizzare. Per fortuna c'è sempre un lato soleggiato del pianeta, un rovescio ad ogni medaglia e un bicchiere mezzo pieno di fronte ad uno mezzo vuoto e quindi, a ben vedere, sono diventati l'emblema del lungo periodo della mia vita trascorso principalmente tra numeri di matricola, treni, libri, esami e tanta stanchezza, periodo che oggi posso vedere solo se punto l'occhio dietro le spalle. Essendo miope, quel particolare punto mi rimane fuori dalla lente dell'occhiale, e quindi, grazie al cielo, lo vedo anche sfocato. TIE'!

Ecco qua alcuni dei miei schizzi d'evasione:

Guancine rosse
Papesso
Acqua in casa
Sua Altezza
Tutti a mangiato!
Onde su onde
Barcadero
Capitano mio capitano
Sua Altezza a spasso per la città
Mare grosso
Profilo
Menagramo
Coniglietto famelico
La lingua del mostro

mercoledì 19 gennaio 2011

Dei OdOraNti

Qualche volta mi capita di avere tra le mani un oggetto che sta per fare una finaccia. "Peccato", penso prima di buttarlo nel secchio del sudicio, "che ci potrei fare?"; così scatta il rimuginio e spesso nasce un'idea. Poi, per essere consapevole di aver fatto una cosa fatta proprio bene, devo trovare il modo di trasformare l'idea in realtà usando mezzi semplici e possibilmente già in mio possesso.

I barattolini del deodorante di Giacomo erano una mia ossessione: belli nella forma, nobili nel materiale, modesti nelle dimensioni, possibile che dovessero essere destinati all'inceneritore? Finalmente un giorno mi si è accesa una lampadina e ho trovato l'idea giusta per riscattarli dal bidone del vetro, liberare l'omino recluso dentro ognuno di loro e restituirgli la giusta dignità lontano da ascelle deterse e mobiletti da bagno.

L'occasione si è presentata insieme al bando per il concorso Libri mai mai visti, una bellissima rassegna della quale potete trovare notizia qui: 

Spesso le mie idee nascono semplicemente osservando l'oggetto, come ho già spiegato nel post degli Stecchi Secchi. Guardo il barattolino, penso a cosa assomiglia la sua forma, penso al deodorante, ragiono un pò sul suo nome, sui possibili doppi sensi che ha e viene fuori la mia creazione. 
Volevo realizzare un libro mai mai visto e pensai subito che avrei potuto farlo con i barattolini del deodorante. Deodorante... deo odorante... dei odoranti... divinità fatte col barattolino.
Un libro mai mai visto deve avere, per come lo concepisco io, un pò di scritto e allora mi sono concentrata e ho buttato giù qualche rima in attesa che mi balzasse in testa un'idea vera e propria per una storiella.

Insomma, com'è, come non è, si è andata creando una sorta di nuvola olimpica sulla quale posano sette dei e che ha questo aspetto qua:


Gli dei odorati
Manufatto realizzato con carta igienica,cartoncino, barattolini vuoti di deodorante, colori a smalto, pennarelli, stoffe, nastri e minuzie incollate a caldo.

Sulla nuvola e dentro a ciascuna divinità si legge questo racconto in rima:

GLI DEI ODORANTI

Per le gran necessità
d'ogni giorno della vita
ci son le divinità
che la rendono gradita.

Noi nel globo sì abitiamo
e perciò ecco adoriamo
con trasporto esaltante
questo nostro Geodo Errante

Geodo Errante - fronte
Geodo Errante - retro


dentro il quale custodiamo
ciò che di più caro abbiamo:
Se ne cura come amante
grande e immenso Theodor Ante.

Theodor Ante

Poi beviamo in quantità
un tè da divinità
e con naso un pò sniffante
ringraziamo Tè Odorante

Tè odorante

alle cinque o a colazione
dedicando un'orazione
con cader rassicurante
all'immenso Deo Orante.

Deo Orante

Per ciò che di caro abbiamo
e che bene conosciamo
confidiamo ogn'or costante 
nella brava Dea Adorante.

Dea Adorante

Ma siccome siam terrestri
dagli umori un pò maldestri
necessario e ben costante
è adorar il Deodorante

Deodorante

poi affidiamo un dì di più
a chi ricco è in sovrappiù
che prezioso e sfolgorante
divenuto è Dio Dorante.

Dio Dorante

mercoledì 5 gennaio 2011

EffEtto NoStaLgiA

La Befana mi è sempre stata molto simpatica.
In casa mia è sempre stata molto amata perchè una volta i bambini ricevevano pochi regali e i loro genitori facevano bene a condirli con un pò di mistero e magia. 
E' stato così che la mia nonna prima, la mia mamma poi e un pochino anche io, abbiamo vissuto nella potente sfera incantata che aleggia intorno alla povera vecchietta e che è tanto mai bella da conservare che mi piace  poterla ricordare e festeggiare.
Questa notte andrò a letto presto e prima di addormentarmi reciterò la poesia per la Befana, una poesia che già a due anni e mezzo ero in grado di dire tutta da sola e che da allora non ha mai mancato l'appuntamento. E' una filastrocca antica, che la mia nonna aveva imparato dalla sua e che quindi avrà una dugentina d'anni, e fa così:

Questa è la notte
che la Befana
dalle sue grotte
esce recando
paste e confetti
e va per i tetti.

Adagio adagio pianin pianino
tende l'orecchio presso il camino:
se alcun si sente, se alcun si muove,
cammina altrove.

Ma se ascoltando placidamente 
sente dormire tutta la gente
allor con arte che ti sorprende
giù in casa scende

e reca fuori dal suo fardello
quanto ha di buono quanto ha di bello:
bambole, chicchi e trastulli
per i fanciulli