domenica 19 giugno 2011

Le MaGLieTte diPiNtE

Disegnini e immaginette scaturiscono certamente dalla personalità della gente. C'è chi dedica alla loro produzione il proprio tempo libero, chi il proprio tempo lavorativo, chi, grazie a loro, evade dal tedio quotidiano. C'è poi chi le ammira osservando la produzione di altri e infine c'è chi le fa proprie comprandole dentro un libro illustrato, racchiudendole in una cornice o indossandole.
Questi ultimi possono dare un'occhiata alle mie magliette dipinte, che si trovano appese nelle vetrine di due negozi amici, Pizzika PizziKa e Naturalmente.
Per vedere se vi piacciono, intanto guardatele qui:

Bosco viola

Albero fronte

Albero retro


Bosco viola

Cane lungo fronte

Cane lungo retro

Scimmiette verdi

Scimmiette rosa
Uccelli tropicali
Fiori


Uccellin della foresta




Uccellini vicini

Elefante




Fiori
Casine


mercoledì 15 giugno 2011

ImMaGineTte

In genere non sto molto a pensare a cosa disegnare, lascio piuttosto guidare la mia produzione dall'immaginazione: matite e pennelli diventano un pò come la penna nella mano del medium che usa la scrittura automatica.
Proprio oggi stavo dando una sistematina alla mia produzione disegnata e dipinta quando mi sono accorta di non avere ancora dedicato un post alle mie immaginette.
Rimedio subito attaccando di seguito qualche acquerello di mia produzione.

Involo
Acquerello
Balenottera nuvolosa divora d'ugni'osa
Acrilico su carta da pacchi
Segni di sogni
Acquerello
Nella pioggia
Acquerello e matita
Manta
Acquerello e penna
Il pleut
Acquerello

Ritratto sul blu
Matita
La Matrioska Losca_1Penna e acquerello
Fa parte di una serie di illustrazioni che accompagnano il mio racconto in rima "La Matrioska Losca"


La Matrioska Losca_2

Penna e acquerello
Biscottini Maria Antonietta
Matita

Questi due disegni a matita sono tratti da un progetto al quale sto lavorando, un libriccino che insegni ai bambini come realizzare cose schifosette
.

Cacca secca
Matita

Paesaggino dai tetti rossi
Acrilico su carta ricilata


Topi
Penna su carta

Anche i topini sono tratti da un mio racconto in rima, "Avventura fluttuante dal risvolto interessante".




lunedì 2 maggio 2011

ArRivA il CaNe MoRto


      

All’età di circa 8 anni fui catturata dalla mania di trascrivere frase per frase i dialoghi che echeggiavano tra le mie pareti domestiche.
I miei parenti ignari vedevano una brava bambina seduta al tavolino con un quaderno tra le mani e non immaginavano che io fossi capace di scriveretanto velocemente da immortalare i loro discorsi.
 Lo facevo per diverimento, perché trovavo bello rileggere ciò che era stato detto e a volte anche i dialoganti o i loro affini, ridacchiavano nel riascoltare i loro buffi discorsi.
 Fortunatamente la passione per la trascrizione di dialoghi e racconti non era inversamente proporzionale alla mia crescita e io ho avuto la possibilità di portare avanti questa pratica che
mi ha consentito di non far cadere nel vuoto parole belle.
 Di recente ho ritrovato questo racconto trascritto; la narratrice era la mia nonna, che spesso mi riferiva quanto le raccontava una persona che lei vedeva quotidianamente e con la quale si intratteneva discorrendo el più e del meno.
Più lo rileggo e più lo trovo fantastico.


ARRIVA IL CANE MORTO


Stanotte verso le 2 non dormivo e allora dice ho sentito il cane che beveva e beveva e beveva e allora dice come mai il cane è qui? Perché c’ha un cane lupo che lo porta a passeggio, è del su’ figliolo che la sera lo viene a prendere e ce l’ha la su’ moglie che quello sta sempre in casa, è della su’ moglie. Ho sentito il cane che beveva. Dice, m’è venuto in mente Fonzi. Fonzi è il cane del su’ figliolo. 

     Dice, o come mai? Come mai? Ha acceso la luce. Il cane non c’è, l’ha il mi’ figliolo. Come mai? M’è cominciato a prendere un po’… poi mi rimetto giù dopo un bel pò risento il cane che beve un’altra volta, ah no, sì, ero sveglio, si alza la mì moglie.
 Ma io, dice, sento bere il cane qui, ma un è mia il tu’ cane che viene? Dice, è là che dorme. Dice, allora a me m’è preso la disperazione, ho detto un sarà mia preso un colpo al cane del mì figliolo, a Fonzi. Perchè lù, a regola, è sensitivo.
Dice, ho cominciato a sta’ male, sta’ male, con questo cane. E allora invece menomale che stamani, insomma, non era vero e allora ho pensato siccome iccani, sa che fanno? Era la mi’ canina quella morta che è venuta. Era lei senz’altro perché iccani dice che ritornano e dice è un brutto segno perché io devo passà de’ brutti momenti, dice. Ma lei ci crede? Dico, ma sa io… Dice, è perché Padre Pio m’ha detto qualcosa, ma poi ‘un ho capito. Sono tutti sogni premonitori, dice, ma ‘un ero mica addormentato, dice, ero sveglio perchè ho chiamato anche la mì moglie e il cane lo sentivo bere. Dice, è preso un aneurisma a Fonzi. E poi dopo allora eh, dice, io poverina era la mì canina che m’è venuta a trovare allora, dice che lo fanno iccani a volte però dice Padre Pio che devo passare de’ brutti momenti.



domenica 13 marzo 2011

MaRtedì GraSsO

Questo è un omaggio alla festa che più mi piace: il carnevale.
Proprio ora che sta finendo voglio scrivere: com'è bello il carnevale! 
Da sempre vengo attratta da tutto ciò che è fantasia e creatività e il carnevale mi piace tanto per la sua allegria e per un sapore di magico che forse esiste solo se lo si vuol vedere, ma che io mi ostino a credere che ci sia. 
Quando sta per arrivare il carnevale prendo una scala e mi arrampico in cerca della valigia dei costumi. Dentro c'è di tutto, perfino le maschere di quando ero piccola, quelle che puntualmente mi cuciva la mamma e che facevano crescere in me l'emozione ancor prima che Carnevale nascesse. 
Una volta cresciuta mi sono personalmente dedicata alla fabbricazione dei travestimenti, spesso improvvisando e riadattando cose che trovavo qua e là: ho trasformato sacchi della spazzatura condominiali in parrucche lisce e lunghe da figlia dei fiori, tele di ombrello rotto in gonne da clown, gommapiuma in pesci e corone da Nettuno, galleggianti trovati sul mare in decorazioni per mantelli marini, sciarpe boa di ciniglia in parrucconi da nero molto schick. Quando si è verificata l'occasione mi sono divertita con alcuni amici a creare delle mascherate che ci hanno valso anche alcuni premi. Insieme abbiamo realizzato abiti lunghi da sposa di Burlamacco a partire da bandiere, abbiamo creato dei cappelli da fata che poi sono diventati veri trofei omaggio alla mia città e decorato lunghi pezzi di raso celeste con brillantinosi disegni del mare estivo. 
Le immagini di tutte queste creazioni rimangono effimere, come effimero è  il carnevale che me le ha portate in mano e in mente.
Forse un dì me le procurerò.
Ora come ora intendo salutare il mio amato Carnevale con una poesiuola che ho composto anni fa, ma che ho recentemente riaggiustato e che si intitola:

MARTEDI’ GRASSO

E’ già sorto un bel mattino
e quell’uomo s’è svegliato
con indosso un vestitino
che par giusto ricavato

da bei pezzi di stoffaccia
ricuciti con sapienza
che san dare alla sua faccia
un’allegra impazienza.

Carnevale è il suo nome,
un Reale è di famiglia,
e quest’oggi è lieto eccome:
mangia, beve e gozzoviglia.

Grande grande è Carnevale
con un piede copre il mare
e con l’altro suo stivale
la città va a occupare.

Nelle mani ha nuvoloni
che solerte spazza via
perché Pioggia ci perdoni,
non rovini la magia.

Sta arrivando Martedì,
il più grasso dei suoi amici.
Carneval prepara qui
dei banchetti assai felici

perché vuole festeggiare
il suo viaggio terminato
e gli amici salutare
per tornare ad anno nato.

Ha già scelto il luogo e l’ora:
sarà presto in Passeggiata
dove i carri alla lor ora
daran vita alla sfilata

Qui anche lui, re Carnevale,
lento lungo il Lungomare,
piano appoggia uno stivale
e s’accendon le fanfare

prende vita cartapesta,
mascherine, maghi e fate
tutti insieme fanno festa
e si burlan con risate.

Carnevale grande e grosso
ha però passi leggeri
perché il cuore di un colosso
porta in sé pensieri lievi.

Getta via coriandolini
stelle filan dalle mani
mentre uomini e bambini
al cospetto suo son nani.

Quando il buio è ormai calato
tutto appare molto quieto;
il silenzio sfiora grato
di coriandoli un tappeto.

Carnevale s’è stancato
bello è ma dura poco
e ora che s’è coricato
russa e sogna in altro loco.

Dormi dormi Carnevale,
per un anno intero tutto,
poi ritorna bello uguale,
col felice tuo bel frutto.

Torna con la tua passione,
scendi lesto alla stazione
che Viareggio è un’ illusione
e tu sei la sua emozione.

martedì 22 febbraio 2011

CoRdiaLMeNte

Non capita mica sempre di essere lanciati on air dalle frequenze di niente popò di meno che Radio Deejay!
E insomma, com'è come non è, a me e a Giacomo è capitato. 
Ieri abbiamo preso parte ad una bella trasmissione radiofonica che da anni ci appassiona e rallegra: Cordialmente. 
Certo, per radio ho detto tre cose in croce, brevi frasi che avrei voluto saper dire meglio, ma che ero troppo occupata a combattere con l'emozione per farlo. Però è stato davvero molto bello e molto esclusivo. 
Ora come ora, alla domanda che Linus mi ha posto (o meglio, ci ha posto, solo che Giacomo mi ha fatto capire che io e solo io avrei dovuto rispondere), insomma, a quella domanda saprei dare cento altre risposte, tutte migliori di quella che sono riuscita a produrre davanti al microfono.
Linus ci ha chiesto che differenza c'è tra sentire la puntata di Cordialmente da casa e viverla con loro in via Massena a Milano e io, se avessi avuto la lucidità necessaria per ragionarci su, avrei risposto che la differenza tra ascoltare dalla radio di casa ed essere presente lì con loro si può paragonare alla differenza che corre tra vedere un film al cinema ed essere amico del regista, tra l'ascoltare un disco e assistere alla sua registrazione, tra l'ammirare un quadro bell'e fatto e vederlo dipingere.
Per ogni spettatore il fatto di essere pubblico può assumere valenze diverse, a seconda della propria sensibilità, ma essere lì è stato comunque più dilettevole, più coinvolgente ed edificante che starsene a casa. Gli Elio e le Storie Tese mi piacciono perchè hanno qualcosa che mi appartiene e mi assomiglia e stare loro vicino mi  regala sempre e comunque tanto divertimento ed emozione. 


Per una settimanetta potete trovare qui l'intera puntata di Cordialmente: 

venerdì 11 febbraio 2011

Il feRrARagOsTo e il CuOco

Pochissimi giorni fa, girottolando su internet alla ricerca di notizie su concorsi di illustrazione, mi sono imbattuta in questo sito: 

Tra i concorsi in scadenza ce n'era uno che ho pensato potesse fare al caso mio: 
CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE PER SCRITTORI EMERGENTI, IL RACCONTO NEL CASSETTO - PREMIO CITTA’ DI VILLARICCA, VIII EDIZIONE – ANNO 2010/11 - SEZIONE FIABE E STORIE PER BAMBINI
Visto che avevo ancora tre giorni di tempo prima che il timbro postale non facesse più fede, li ho trascorsi così:
primo giorno: ho pensato che in effetti potevo mandare qualcosa;
secondo giorno: ho pensato a cosa mandare;
terzo giorno: ho smesso di pensare e sono passata all'azione recandomi in fretta e furia alla posta per spedire "Il ferraragosto". 
Adesso attendo notizie, che, da quel che ho capito, perverranno tra un bel pò, nel mese di maggio.
Chiaramente il testo deve essere inedito e quindi non lo pubblico nemmeno qui. 
Tuttavia, giacchè ho fatto tanti discorsi, un piccolo scritto lo voglio inserire in questo post.
Ne ho scelto uno breve e che si legge tutto d'un fiato. Quando si arriva in fondo si sorride, ma in realtà non s'è capito niente. Forse più che un sorriso è una smorfia da risucchio d'aria dopo lunga apnea e se non s'è capito niente è perchè in realtà non c'è niente da capire, altrimenti non si chiamerebbe "nonsense".

Si intitola IL CUOCO e fa così:





















Se a qualcuno dovesse risultare scomodo girare la testa o il monitor per leggere il nonsense, sappia che può ricorrere al testo steso in linea retta, spezzata soltanto in prossimità della fine del foglio. Questo qui:


Un fuoco è un cuoco che mangia ben poco. S'ingozza si stira non manca la mira. Si alza si abbassa poi prende un a massa di pasta pepata e un pò d'insalata si asciuga le mani e coglie dei nani che crescon gioiosi tra fiori odorosi. Strofinano umani su grandi caimani che cambian colore pensando al migliore dei modi inventati per esser gettati nel vuoto d'un cielo color granomelo di sera al tramonto mantati d’un manto che tocca le stelle e frigge frittelle nell’olio zecchino del vecchio Caino che vede la luna e non trova fortuna, che vede le stelle lontane ma belle, che sempre ostinato, nel buio d’un prato, rifà sempre quelle, le fritte frittelle.

martedì 25 gennaio 2011

SChiZZi d'EvaSiOne

Riesumando gli appunti dell'università ho scoperto di aver prodotto un'infinità di gioiellini. Gioiellini... vabè, si fa per dire... li definirei piuttosto schizzi realizzati con la biro a margine delle fotocopie e dei fogli con i buchi per gli anelli, giusto per evadere dalla noia mortale di conteggi improbabili, problemi irrisolvibili, lezioni tediose, riunioni senza senso e quant'altro. Alcuni di questi disegnini mi sono sembrati degni di essere conservati e dopo essere sopravvissuti all'oblio, sono tornati a trovarmi.
Pur essendo passati anni, dagli anni in cui li ho disegnati, mi rimembrano ancor i tempi bui durante i quali avevo tanto da studiare e calcolare che questi poveri segni senza senso compiuto rimanevano praticamente le uniche produzioni che riuscivo a realizzare. Per fortuna c'è sempre un lato soleggiato del pianeta, un rovescio ad ogni medaglia e un bicchiere mezzo pieno di fronte ad uno mezzo vuoto e quindi, a ben vedere, sono diventati l'emblema del lungo periodo della mia vita trascorso principalmente tra numeri di matricola, treni, libri, esami e tanta stanchezza, periodo che oggi posso vedere solo se punto l'occhio dietro le spalle. Essendo miope, quel particolare punto mi rimane fuori dalla lente dell'occhiale, e quindi, grazie al cielo, lo vedo anche sfocato. TIE'!

Ecco qua alcuni dei miei schizzi d'evasione:

Guancine rosse
Papesso
Acqua in casa
Sua Altezza
Tutti a mangiato!
Onde su onde
Barcadero
Capitano mio capitano
Sua Altezza a spasso per la città
Mare grosso
Profilo
Menagramo
Coniglietto famelico
La lingua del mostro