La Befana mi è sempre stata molto simpatica.
In casa mia è sempre stata molto amata perchè una volta i bambini ricevevano pochi regali e i loro genitori facevano bene a condirli con un pò di mistero e magia.
E' stato così che la mia nonna prima, la mia mamma poi e un pochino anche io, abbiamo vissuto nella potente sfera incantata che aleggia intorno alla povera vecchietta e che è tanto mai bella da conservare che mi piace poterla ricordare e festeggiare.
Questa notte andrò a letto presto e prima di addormentarmi reciterò la poesia per la Befana, una poesia che già a due anni e mezzo ero in grado di dire tutta da sola e che da allora non ha mai mancato l'appuntamento. E' una filastrocca antica, che la mia nonna aveva imparato dalla sua e che quindi avrà una dugentina d'anni, e fa così:
Questa è la notte
che la Befana
dalle sue grotte
esce recando
paste e confetti
e va per i tetti.
Adagio adagio pianin pianino
tende l'orecchio presso il camino:
se alcun si sente, se alcun si muove,
cammina altrove.
Ma se ascoltando placidamente
sente dormire tutta la gente
allor con arte che ti sorprende
giù in casa scende
e reca fuori dal suo fardello
quanto ha di buono quanto ha di bello:
bambole, chicchi e trastulli
per i fanciulli
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